Tredici Febbraio dell'anno del Coniglio, Affari Tuoi ritorna in pompa magna al suo/nostro familiare access prime time. Per la regale occasione, Max Giusti rimescola le carte in tavola con l'abilità del consumato mazziere. Niente scalata dissennata sulle pendici rocciose del Tiburtina. Perche battezzare la nuova stagione di AT con un dejavu sarebbe come gettarsi la classica zappa sui piedi, o fare uno svarione degno dell'interista Ivan Ramiro Cordoba. E di carne al fuoco lo chef ne ha tanta da servire ai commensali del banchetto serale.Prima sciccheria da leccarsi i baffi è l'allestimento di una nuova sede, designata ad accogliere la rutilante giostra dei pacchi. Beh non è tutto oro ciò che luccica. A un'occhiata superficiale, New Tiburtina sta a Old Tiburtina come il Cibali sta al Maracana. Ora, prendete quello che vi passo con beneficio d'inventario. Sapete ogni tanto la mia memoria cede alle lusinghe dell'amnesia. O forse ho assunto involontariamente qualche sostanza psicotropa... Chi lo sa? Quello che conta è che il nuovo studio merita rispetto. Ora mi spiego la ritrosia del buon Max a fare i centrometri ripidi alle falde del Kilimangiaro. Approvo il suo desiderio di fare un trionfale ingresso in studio, alla maniera di Wanda Osiris. Che tradotto in divino birignao significa una cosa ben precisa. Primo, fare un sorriso superiore a mezza bocca. Secondo, discendere le scale tra due ali di folla festante, badando a non rompersi la noce del capocollo. Max ringrazia Skynet di non averlo dotato di trampoli bionici così da portare in salvo la sua preziosissima pellaccia. Destinazione: l'agognato proscenio.
Adesso che il conduttore è rotolato a fondo valle, alcune omissioni architettoniche saltano all'occhio dell'osservatore pedante. I loggioni della discordia sono collassati senza colpo ferire. Due le conseguenze + i prevedibili effetti collaterali.
Conseguenza principale: lo Magno Notaro dismette i panni del mattatore. Chi glielo fa fare di interpretare la parte del galoppino (consegna della busta) e di sparare lady gags a gogo. Tanto Max Giusti si sintonizza un quarto d'ora dopo. E poi l'aria rarefatta della piccionaia acuisce gli acciacchi della terza età. Bella pretesa reclutare il Pocaterra come muratore in nome della causa pacchista. Precettarlo alla raccolta di quei lingotti di coccodrillo che schizzano a velocità supersoniche dai piani bassi del cantiere. Da qui la fisiologica esigenza di un clamoroso ritorno di fiamma... Il primo trespolo non si scorda mai! Che bello riassaporare IL Pocaterra di turno, stravaccato solennemente sulla poltrona del Megadirettore. Proprio dove l'aveva lasciata... In primissima fila!
Conseguenza secondaria: Dino, il trombettista della passata stagione è condannato all'esilio in contumacia. Colpevole di aver fatto rivoltare nella tomba Louis Daniel Armstrong e Giuseppe Garibaldi. Lascerà un vuoto incolmabile presso i melomani del Tiburtina. Primo fra tutti il baritono Max Giusti. A chi ne canterà quattro Figaro quando dovrà smaltire la sbornia di un anno immolato alla madre di tutte le incacchiature? Beh, in cuor mio, non mi sento di biasimare Giusti. Ricoprire il ruolo di giardiniere presso Villa Frizzi non deve essere stata quella che si dice una passeggiata...
Effetti collaterali: Per la gioia di grandi e piccini ritornano gli ospiti da antologia. Quelli che marchiavano a ferro e fuoco le prime tre edizioni del programma (soprattutto la prima.Come non ricordare il serafico Capretta, il punkabestia Oltretomba e il dottorino pelle e ossa?). A rappresentare la casta degli eletti è l'uomo dal maglione più carismatico che ci sia... Quei rombi disegnati nel blu dipinto di blu hanno scritto pagine indelebili nella Storia di AT. Si parla nientemeno del campione mondiale di matematic, Andrea Matiacic, di cui abbiamo una diapositiva... Il resto mancia!
Dopo questa lunga parentesi dedicata agli ospiti, l'ammiraglia dei pacchi solca i sette mari per arrivare là dove nessun navigatore è approdato prima d'ora. Oh bella, a onor del vero il primo scalo fa ancora tappa nell'arcipelago delle cose già viste.
C'è ancora la famigerata busta da aprire, sai che roba...
Anzi no. Rettifico con una curva a 180 gradi.
A rivelare regione e nome del concorrente ci pensa l'apposito display nuovo di pacco.
Solo non aspettatevi una visualizzazione prossima alla velocità della luce.
Sapete, il fantasma del bonario Frizzi aleggia ancora nel palco dell'opera. Avete presente cosa significhi l'attesa di una banalissima risposta, danzando al ritmo incalzante dello scacciacani in sottofondo? Ecco, passiamo oltre per il bene dei nostri timpani e di qualcos'altro.
(Continua - ottava stagione: i concorrenti)
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