01 marzo 2011

Rocco e il suo fratello


Con questo racconto, o presunto tale, apre i battenti una sezione dedicata alla retrospettiva. Di carne al fuoco ce n'è veramente tanta.
Si comincia con una succulenta cotoletta alla milanese, cucinata durante la settima stagione... Quella dell'anno scorso.
Buon appetito... Pardon, Buona lettura!

Rocco ha un negozio di frutta e verdura a Paderno Dugnano, in provincia di Milano.
Come tutti i piccoli dettaglianti dell'hinterland milanese, e più in generale, del pianeta Terra, ha sofferto oltremodo la capillarissima diffusione della grande distribuzione, in costante crescita a partire dall'ultimo decennio. L'enorme difficoltà, se non l'impossibilità, di contrastare i prezzi concorrenziali delle danarosissime holding groups, ha obbligato un numero rilevante di questi piccoli imprenditori a prendere scelte non facili, spesso portate alle estreme conseguenze. Chi ha tirato generosamente la carretta ammassando debiti a destra e manca, chi queste ristrettezze le ha già patite sulla propria pelle e poi è stato costretto ad alzare la saracinesca a tempo indeterminato...
Il nostro fruttivendolo non rientra nella casistica dei disperati, ma non sguazza certo in un mare di dobloni.
Di strada ne ha fatta come Gelindo Boldrin alle Olimpiadi, nessuno però l'ha mai premiato con la medaglia d'oro. Quanta polvere hanno inzaccherato quelle scarpe, lanciate con maratoneta abnegazione verso la linea del traguardo professionale! Rocco chiude gli occhi e si concede un flashback a' la Lost, tanto sa che a differenza della cricca dell'Isola, lui è arzillo come un grillo...

Lo strepitante ritornello della sveglia lo separa suo malgrado dall'abbraccio di  Morfeo. E' l'inaugurazione dell'ennesima levataccia alle sei del mattino.

Sveglia e caffè, barba e bidè...

Come da canovaccio fantocciano, la Pina si è già alzata da tempo per rassettare la casa. L'unico che deve ancora smaltire la sbornia da sonno è proprio l'eroe dei tempi moderni per antonomasia. Niente paura. Sono sufficienti una bella stiracchiatina delle indolenzite braccia e un'iniezione di buona volontà per ristabilire la connessione con l'odiato tran tran quotidiano.
Primo microobiettivo della giornata: ingaggiare una snervante lotta coi vestiti, pronti a tutto pur di non farsi indossare... Che barba vedere i piedi regolarmente ingabbiati nei predatori risvolti dei pantaloni, senza contare l'ultimo bottone della camicia, reo di accoppiarsi con l'asola sbagliata...
La foga è una brutta bestia. Non c'è nemmeno il tempo di proferire il verbo dello scaricatore di porto.
Rocco è urgentemente atteso in cucina.  Ad accoglierlo la cara consorte. Lei ha imbandito la tavola di ogni bene con cui gola umana possa strafogarsi... Tutto per lui! "Buona colazione, tesoro mio!". Il beneficiario farfuglia qualcosa e sorseggia solamente un caffè. Si vede che non è un tipo da "mi vuoi ciccia e brufoli". E poi con la testa è già altrove. Non è indifferenza o apatia, quanto la preoccupazione di arrivare a quella benedetta fine del mese... La paternalissima esigenza di regalare al figlioletto che dorme nella stanzetta vicina un futuro degno di essere vissuto... Cosa non agevole di questi tempi, con la Crisi di Damocle pendente sulle teste del Villaggio Globale.
E' in questa atmosfera pregna di dignitosa fragilità umana che il desinare mattutino volge al termine.
Lui si congeda dalla dolce meta con il diplomatico "tutto va bene", ma è palese che potrebbe andare meglio. Lei gli restituisce due pupille traboccanti di tutta la comprensione di questo mondo. Il mondo femminile tanto per intenderci. Oltre le gambe c'è di più, ma certi uomini continuano a ignorarlo, immolandosi anima e corpo sull'altare della dea Clava. Come sono troglofieri di trascinare per la lunga chioma quei poveri corpicini straziati nella loro dignità di Donna! Non è il caso del nostro Rocco, grazie al cielo.
Quella bellissima istantanea che ritrae i due sposini avvinghiati in un tenero abbraccio non è solo materiale di svago per i fan della lacrima facile. E' il simbolo di un legame forte come un frangiflutti capace di arginare le mareggiate scatenate da quell'imprevedibile Nettuno che è la vita. Sì, questo amore è splendido, cantiamo massimoranieramente col cuore in mano, solo che con l'altra dobbiamo armeggiare col pallottoliere per far quadrare i conti di fine mese. Aiutati che Dio ti aiuta. Il nostro si è aiutato come dimostrano le proverbiali sette camicie perennemente stese ad asciugare sul balcone; l'ottava ce l'ha sempre indosso e non si sogna di cambiarla per nessuna ragione al mondo. Rocco riapre gli occhi e si guarda intorno...

Non ha vinto le Olimpiadi come Gelindo Boldrin, questo si sapeva già. Però alla fine il suo negozio l'ha aperto, ed è anche bello grandino. Di pomodori, rucola, mele e articoli ortofrutticoli ne ha piazzati a vagonate. Come solo sa fare chi profonde passione e mestiere tipici del sacro maestro di bottega. Fa niente se ogni tanto "qualche" etto galeotto evade dal bancone per unirsi alla razione in viaggio verso la tavola del consumatore. Capita anche nelle migliori famiglie... Non sarà una bilancia tarata per eccesso ad allontanare il cliente affezionato...
Una nuova giornata lavorativa, poco nuova e molto lavorativa, è appena iniziata...

"A chi tocca?".
Rocco viviseziona con la spia d'allarme accesa il capannello di avventori dall'altra parte della barricata. Tra di loro un paio di persone drammaticamente note. A un tiro di schioppo dal banco, l'immancabile sciura Maria lo punta con occhi insistenti e una bocca smaniosa di dare fiato a trombe vocali da troooppo tempo a riposo. Prove tecniche di cucitura molesta, ad opera di chi i bottoni li attacca con il tocco dell'artista. Appena davanti alla sarta logorroica, la biondissima Sandra, giovane mamma dai tratti gentili, sta per pagare dazio anche in data odierna. Giuseppe, il figlioletto al suo seguito, quattro d'anni da quando è stato registrato all'Anagrafe, da lì a poco si esibirà in una romanza tratta da "L'elisir d'amore" di Donizetti: Una furtiva lacrima... UEEEEEEEEUEEEEEEEEUEEEEEE...!!!
Alla faccia della lacrimuccia di soppiatto! Parrebbe piuttosto un capriccio sinfonico con la bolla al naso. Mille decibel di irrequietezza infantile rintronano nei timpani dei poeracci assiepati in platea. Per scongiurare un Giuseppe-bis l'incolpevole (?) Sandra ricorre a tutta l'amorevole pazienza e dolcezza che ha nel grembo materno. Povera illusa! Come può sperare di redimere quell'ugola canterina sulla via della perdizione birichina? Ipso facto, il borbottio strisciante in sala fermenta rapidamente nella selva di fischi, madre di tutte le proteste teatrali. Il direttore artistico tenta di mettere in riga il tenorino stonato e di placare i malumori degli spettatori, ma la verità che non sa più che bacchetta pigliare... O meglio (peggio), sarebbe più consono affermare che l'ortolano è alla frutta. Le mani sondano nevrotiche la volta del cranio per cercare qualche sterpaglia sopravvissuta al disboscamento genetico. Rocco è pronto al drammatico strappo completando lo sporco lavoro iniziato dall'alopecia...
E' in situazioni come queste che non bisogna MAI perdere la bussola e occorre confidare nella provvidenza divina. Quando si dice: "Arrivano i nostri!"... Una presenza familiare fuori dall'epicentro del guazzabuglio, lo fa desistere dall'insano harakiri. Non solo. Quello che segue è il manifesto della gioia esplicitato nei movimenti ad hoc della bocca rocchiana.
Punto primo: le labbra si inarcano come Joker insegna, rivelando al mondo una dentatura sfavillante a 32 carati... Capsule comprese!
Punto secondo: le labbra articolano una serie di consonanti e vocali formando una parola di senso compiuto. E' lirismo allo stato puro... Un nome evocato con Do di petto infrange la barriera del suono molesto.
Si avete capito bene. Giuseppe e i suoi fan, che pure non hanno nel DNA l'afonia, non possono impedire il propagamento di quelle onde gorgheggianti verso la Casa Madre...

Click... Il nastro degli eventi viene riavvolto di una decina di minuti...

Un uomo sulla trentina, biondiccio con corporatura slanciata, ha appena varcato l'ingresso del negozio. Per nulla attratto dal pandemonio scoppiato davanti al banco vendita e cassa, sosta meditabondo in un angolino del locale curiosamente sgombro da scaffalature ed espositori della merce.
In una bacheca da muro rustica fa bella mostra una vasta collezione di dagherrotipi e cartoline d'epoca. Il materiale esposto ha valore di mercato pari a zero euro, ma il vero afflato collezionistico non deve solo succhiare linfa danarosa dalle sale d'asta o dalla baia elettronica per avere dignità artistica. E' il caso di Rocco. Il collezionista non si è certo svenato per completare il suo album Panini. Qualcosa l'ha trovato rovistando nel baule vecchio che tutti hanno in solaio; per il resto è bastato frequentare il rigattiere sottocasa, le bancarelle del mercato domenicale, e far scivolare qualche dindino sul palmo della mano del commesso. Così facendo ha creato una raccolta d'amore in onore della propria terra d'origine, la Puglia...
L'uomo snello si gira di centottanta e osserva quella parete che trasuda storia da tutti i pori. Non ci pensa su due volte a tirare fuori dalla Sacher la lima e ad annodare le lenzuola. Un modo come un altro per evadere dalla noia responsabile della sua detenzione. Riesce appena appena nell'impresa sprizzando qualche scintilla di interesse, solo un baluginio di libertà vigilata prima di ritornare dietro le sbarre dei pensieri. Non è refrattario alla cultura, ne tantomeno ha bisogno di fare il pieno di frutta e verdura al distributore. E' che ha ben altro per la testa in quel momento. Figurarsi se gliè pò fregà della baraonda imperversante a metri quattro dalla sua persona. Mettendola giù semplice, si trova in quell'esercizio commerciale di Paderno Dugnano per fare visita a un caro vecchio amico. Non vede l'ora di salutarlo con tutto l'affettuoso calore sprigionato dalla fucina dei suoi sentimenti, ma il momento non è dei più propizi... A proposito di calore: il suo amico, Rocco non sa più a quale aria condizionata attaccarsi per raffreddare l'atmosfera rovente. Il negozio sta cucinando a fuoco lento. E' un uomo disperato il nostro Rocco. Al punto da strapparsi i pochi capelli che la calvizie gli ha risparmiato in un impeto di generosità. Ora che le sue retine occhialute hanno impresso l'immagine di quella carissima persona che non vedeva da tempo, le cose volgono decisamente per il meglio. Un sorriso smagliante torna a far distendere il suo volto. La voglia di gridare la sua gioia ai cinque venti (per come la vede lui, con quattro potrebbe al massimo ripagarsi un gratta e vinci) è delegata alla sua poderosa voce tenorile.
La verità è che oggi si sprecano gli acuti in teatro...
Un nome evocato con Do di petto infrange la barriera del suono molesto. Avete capito bene. Giuseppe e i suoi fan, che pure non hanno nel DNA l'afonia, non possono impedire il propagamento di quelle onde gorgheggianti verso la Casa Madre...

R-U-B-E-N, R-U-B-E-N !!!
Ruben. Era ora!

Il diretto interessato riesce a eguagliare il mitico Steve McQueen progettando la Grande Fuga dalla noia. Attraversa il tunnel e scappa dal Lager. Ad aspettarlo fuori una Spider rosso fiammante per vivere una vita spericolata di quelle che non dorme mai. VROOM VROOM VROOOOOM!... Quale modo migliore di iniziare, della classica sgommata in partenza?  Come per magia, tutte le menate sono lasciate nello specchietto retrovisore a trangugiare polvere...

I due amici si sono finalmente ricongiunti, cosmicamente affratellati da una vigorosissima stretta di mano e dall'innocente contatto dei corpi che è l'abbraccio per definizione... Particolari che, ne siamo sicuri, toglieranno la museruola al palato dei maliziosetti di mezzo mondo, golosi di piccanti manicaretti affogati nella salsa Enchilada. Noi che abbiamo uno stomaco delicato (aglio e peperoncino, andate a... Fangala!) optiamo invece per una dieta all'insegna della sobrietà.
Stramberie culinarie a parte, il duo affetto dalla sindrome di Carramba si ritira nel retrobottega, per continuare la celebrazione lontano da occhi indiscreti. Tanto ci pensa Giacomo Quartullo, ultima vittima (ultima per modo di dire) del Contratto di Formazione Lavoro, a fare il giocoliere con la patata bollente. Che sparato in tutta la sua cruda brutalità, significa mandare avanti la baracca e possibilmente esorcizzare la massa di indemoniati che ha preso possesso del negozio. Mors tua, vita mea, caro Giacomo...
Nel locale sul retro germoglia un sano confronto che affonda le radici nel glorioso periodo che fu. E' così che il retrobottega perde la qualifica di luogo adibito all'immagazzinamento delle merci per diventare una trait d'union tra passato presente e futuro. Qualunque cosa ci ammanniscano i papà della quantistica e i loro discepoli (i grandi autori della fantascienza), non credete loro. Non c'è trippa per il Gatto di Schrodinger. L'unico modo di viaggiare nel tempo è entrare in una bolla e fluttuare nel cosmo della memoria. Sì, perchè nessuna teoria spazio-temporale di questo Universo potrà mai restituire intatte l'esperienze vissute, così come sono state percepite con i cinque sensi la prima volta. Poco male, rimane sempre l'essenza delle emozioni, catturata dal viaggiatore tramite l'aspiratore a tracolla dei ghostbusters. Attingendo al substrato dei ricordi l'esploratore mnemonico riesce nell'intento di comprendere il presente e a costruire, mattone dopo mattone, le fondamenta della casa del futuro. L'importante è non abusare, assicurarsi di non rimanere ancorati al passato vita natural durante...  L'importante è non smarrirsi nell'odissea dei ricordi...
Caro Ulisse ti do un consiglio. Fatti incatenare all'albero della nave e non dare retta alle sirene nostalgiche, decise a convincerti che la cosa migliore da fare è rompersi la noce del capocollo contro il faraglione a tutta dritta.
Grazie dell'ascolto.
Non uno, bensì DUE Ulisse (paghi uno, prendi due) hanno capito l'antifona. Solo non aspettetavi di ammirare sul loro fiero volto una barba mitologica da far schiattare rosso d'invidia l'eroe originale.
Non aspettatevi che affrontino, con sprezzo del pericolo, qualche godzilliardo di omeriche peripezie sulla via del ritorno, tipo...
Divinità inbufalite con figli ciecati e altri grilli per la testa; tentazioni con annessa fregatura dietro l'angolo; tempeste, cicloni e gorghi che neanche la fine del mondo di Nicholas Cage; incursioni nel regno dei defunti e quant'altro ribolle nella marmitta del poema epico...
No, Rocco e suo fratello, Ruben, vogliono rivivere un'odissea decisamente più soft, ma non per questo meno emozionante...
La loro bellissima esperienza a PACCHILANDIA!

Dedicato ai pacchisti dell'orbe italico, in particolare ai soggetti del racconto, a  Ivana Spagna e alla sua simpaticissima combriccola!

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